Assieme contro la violenza di genere

L’Amministrazione Comunale di Gazzada Schianno, in collaborazione con la biblioteca e il nuovo spazio creativo Gaja, ha programmato un mese di incontri, eventi e momenti di riflessione per mantenere alta l’attenzione sulla Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1999.

 

 

Programma

 

ll 19 novembre alle ore 9.00

Incontro con le classi terze dell’Istituto Comprensivo Don Guido Cagnola

Presso l’Istituto Comprensivo Don Guido Cagnola, i ragazzi delle classi III delle scuole secondarie di primo grado parteciperanno ad un incontro con operatori impegnati nell’assistenza delle donne vittime di violenza. Dopo i saluti istituzionali Anna Elisabetta Lavorgna, assessora alle pari opportunità, modererà l’incontro con la dott.ssa Vinciguerra, psicologa impegnata in prima linea presso centri di accoglienza delle donne vittime di violenza e con l’avv. Elisabetta Brusa, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Varese, impegnata nella difesa delle vittime di violenza.

 

19 novembre ore 20.30 – Teatro dell’Oratorio di Schianno

Barbablù 2.0. I panni sporchi si lavano in famiglia

a cura della Compagnia “Teatro in Mostra”

Barbablù 2.0 non solo la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma anche e soprattutto la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice.

 

20 novembre ore 18.00 – Piazza Galvaligi

Ora ti spiego!

Installazione artistica a cura di Gaja Spazio Creativo e a seguire performance teatrale a cura di “In Vino Recitas”

In caso di pioggia lo spettacolo si terrà all’Oratorio San Giuseppe di Gazzada – via Azzate 23

 

24 novembre ore 18.00 – Biblioteca Comunale

Presentazione del libro “Per strada è la felicità”

di Ritanna Armeni – Ponte alle Grazie, 2021

«C’è un filo rosso nella storia delle donne che attraversa i fatti e che spesso rompe schemi e convinzioni, per inseguire un’idea di libertà. Il difficile è farlo emergere, renderlo evidente anche quando il solo raccontarlo sembra dissacrante. Ritanna Armeni ci riesce alla perfezione» – la Repubblica

Rosa è una brava ragazza di provincia che arriva a Roma a vent’anni con l’obiettivo di laurearsi e trovare un lavoro. Ma siamo alla vigilia del Sessantotto e il fermento della rivolta abita ovunque: nei viali dell’università, sugli striscioni delle piazze, ai cancelli delle fabbriche. Quando il movimento studentesco esplode tutto cambia, anche Rosa. In quei mesi incandescenti in cui si occupano le facoltà, si scatena la violenza di manganelli e lacrimogeni, si assapora la sferzante allegria della ribellione, Rosa si trasforma in una giovane donna, va a vivere in una comune, prende in mano la sua vita e ne paga pegno. Orientandosi fra amore e amicizie, tra i grandi classici del marxismo e un movimento che vuole cambiare il mondo, incontra un’altra Rosa, Rosa Luxemburg, e con lei intreccia un rapporto serrato con momenti di complicità e di rottura, di immedesimazione e di lontananza. Il vento del nuovo femminismo conduce la «brava ragazza» e le sue compagne in percorsi sconosciuti, rende la loro voce più netta, la lotta più chiara e autonoma. Rosa vive gli anni della ribellione all’ordine maschile e partecipa all’assalto al cielo delle giovani donne che colgono a piene mani l’occasione di diventare sé stesse, di cambiare la loro vita e quella di chi verrà dopo di loro.

 

26 novembre ore 20.30 – Biblioteca Comunale

Proiezione del video “No alla violenza sulle donne”

a seguire si terrà un incontro con l’assessora e avvocata Anna Elisabetta Lavorgna, l’avvocata penalista Laura Alezio componente del Comitato per le Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Varese e Claudio Tosetto consigliere e dirigente medico di ASST Sette Laghi sul tema della lotta alla violenza di genere.

 

 

Il 25 novembre di ogni anno ci troviamo a riflettere sulla necessità di arginare l’odioso fenomeno della violenza sulle donne.  Sempre più spesso in questo periodo dell’anno ci fermiamo per ricordare le vittime e contarle, accorgendosi che ogni anno i numeri sono quelli di una guerra vera e propria, restando attoniti.

Cosa facciamo veramente per fermare la mano armata contro le donne? Spesso poco e niente, mentre quotidianamente dobbiamo combatterla la guerra contro questa onda di sangue che ogni anno tinge le cronache di rosso: un colore che dovrebbe evocare l’amore e la passione e che in questi giorni richiama solo il sangue delle donne barbaramente uccise o deturpate da chi diceva di amarle.

Ma l’amore non lascia lividi, l’amore non chiede sangue, l’amore non vuole sentire il rumore delle ossa che si rimpono, nè sierene di ambulanza;  l’amore rispetta gli spazi e i tempi dell’altro, l’amore vuole vederti ridere e danzare libero, l’amore non ti prevarica, non ti rinchiude, non ti dice come vestirti e con chi uscire, L’AMORE NON TI UCCIDE.

Perciò basta parlare di amore malato, basta leggere titoli di giornale che ad ogni vittima descrivono l’ennesimo dramma come un eccesso di passione che arma la mano di chi non riesce a trattenere un raptus di follia. La battaglia è prima di tutto culturale, cambiamolo il punto di osservazione e diciamo BASTA a certe espressioni, poniamo un freno alla  cultura della giustificazione ad ogni costo: nel momento in cui parliamo di raptus e diamo una connotazione patologica all’azione di sangue la giusitifichiamo , mentre questa non può avere alcuna esimente. 

Nel quotidiano contrastiamo la cultura del successo e cediamo il passo alla cultura del rispetto sempre, anche e soprattutto quando si perde. Insegnamo sin da piccoli ai bambini che la prevaricazione è violenza, che ciascuno deve essere libero di esprimersi ed esprimere se stesso in ogni esperienza. Insegnamo che anche l’insuccesso è un valore e che anche un diniego va rispettato, questo è il punto da cui partire, nel contempo trasferiamo e descriviamo i colori di un mondo in cui tutti gli individui sono degni di pari diritti e puntiamo verso uno spazio in cui tutti i generi possano godere di pari opportunità .

La libertà è nulla senza uguaglianza e questa è una parola vuota senza le pari opportunità.

Anna Elisabetta Lavorgna
Assessore alle pari oppurtunità

 

#25novembre #IoDicoNo

La campagna social progettata da Gaja Spazio Creativo